Dedico la mia vita ad affiancare chi vuole impegnarsi con serietà e grinta nello sviluppo del fundraising perché
gli enti non profit sono la roccaforte delle libertà civili e dei diritti umani.
Fare fundraising significa riconoscere che al centro di uno Stato sano e funzionante ci sono dei liberi cittadini che agiscono per il bene comune, seguendo una scelta di impegno, di responsabilità collettiva e di solidarietà condivisa.
Così facendo, i cittadini arrivano dove i governi non possono arrivare, o non vogliono arrivare. Generano risposte laddove i governi non vedono il problema, o scelgono di non prendersene cura.
Fare fundraising allora significa costruire fiducia e quindi trovare sostegno per tutte quelle realtà che – nei modi più diversi – si occupano del benessere della comunità attraverso i propri servizi, iniziative, progetti e programmi.
Detto in un altro modo ancora, fare fundraising significa facilitare le persone ad organizzarsi per fare il bene comune, dei quali sono tanto i “produttori” quanto i beneficiari.
In concreto,
fare fundraising vuol dire fornire risorse e strumenti a chi sceglie di prendersi cura di un “pezzo di mondo ferito”.
Queste “risorse e strumenti” si chiamano: denaro, servizi gratuiti, beni materiali, volontari, personale competente e motivato, radici nel territorio, legami e dialogo costruttivo con i tanti volti che fanno la comunità locale nel suo insieme.
Dire “terzo settore” equivale a dire “tutela e di promozione delle libertà civili e dei diritti umani”.
Ma andare in direzione della libertà e dei diritti è una corsa a ostacoli. Le organizzazioni non profit guidate da persone come te sono l’atleta della situazione. Il fundraising fa la parte dei polmoni, che introducono l’ossigeno che produce l’energia che ti porta a tagliare il traguardo.
E le persone come me che si occupano di fundraising per lavoro? Noi siamo i tuoi compagni di corsa e i tuoi allenatori in questa gara così avventurosa.
Ma ancora, perché credo così tanto nella valenza sociale e soprattutto politica degli enti non profit? Per via del profondo senso di disillusione e della voglia di reagire che vivo come cittadino.
Il dato di fatto è che la gran parte dei partiti politici oggi è guidati da programmi e visioni che escludono e separano, anziché da valori e principi universali che guardano all’unità. Quando i partiti fanno richiamo a principi e valori di fondo, li strumentalizzano per acquisire consenso: ne è la prova che coprono di falsi valori e principi delle visioni del mondo in cui una parte della popolazione “viene prima”, tipicamente a discapito di tanti altri. Nel suo complesso, il sistema dei partiti ha svilito la democrazia a un sistema di manipolazione elettorale, lontana dai principi di fiducia, equità e armonia a cui uno stato di diritto, in particolare democratico, deve ispirarsi.
In questo contesto, il dono ha una forza paragonabile a quella del voto.
Donare è l’unica scelta assolutamente libera che possiamo sempre e comunque fare, indipendentemente da qualsiasi condizione esterna. Donare è sempre un gesto di libertà, di amore, di umanità. Donare è l’atto attraverso il quale ognuno può affermare i propri valori e principi; allo stesso tempo, donare è la via più breve di contribuire alla cura del contesto in cui si vive, che sia locale o globale.
Così, una faccia della medaglia sono le persone che donano il proprio tempo, la propria energia, il proprio denaro, le proprie competenze, i loro beni. L’altra faccia della medaglia sono le organizzazioni non profit, che accogliendo queste risorse e queste disponibilità, traducono le intenzioni e i desideri dei donatori in fatti e in cambiamento positivo.
Da questo incontro, abbiamo che
gli enti non profit sono la grande casa comune a partire dalla quale è ancora possibile partecipare in modo efficace e diretto alla conduzione dello Stato
e quindi al benessere delle comunità a cui apparteniamo.
In questo enorme vuoto di autorevolezza, di valori e di rispetto che si è generato nell’apparato statale – a causa di decenni di malgoverno e della strumentalizzazione degli elettori – negli enti non profit i principi della democrazia e le sue buone pratiche si conservano nella loro forma più genuina.
Il non profit ha per sua natura il fine di servire il proprio contesto, e ogni altra azione è strumentale a questo scopo. La base di partenza è sempre valoriale, non di opportunità. Questo e nient’altro che questo spiega il “darsi” sconfinato di volontari e professionisti del terzo settore per le buone cause che servono. Magari a volte con ingenuità – che poi è solo una virtuosa mancanza di malizia -, ma con spirito coraggioso, altruista, civile.
La forza motrice del terzo settore è un altissimo spirito di umanità e di uguaglianza per il quale l’orizzonte a cui tendere è affermare più equità, più opportunità, più diritti, più felicità per tutti.
Il non profit è il luogo della buona politica, della politica che ci serve, della politica che è ancora capace di sognare, di ascoltare, di rispondere e di fare.